È stato un errore non esportare la nuova generazione di BMW Serie 5 Touring (station wagon Premium) negli Stati Uniti: ad affermarlo è Jim O’Donnell, Chief Executive Officer di BMW North America. Perché? Da sola, la nuova BMW Serie 5 GT (che nella filosofia della casa automobilistica tedesca di Monaco avrebbe dovuto adescare la fascia di clienti della station wagon di segmento E non commercializzata negli States) non riesce a dare risultati positivi e, anzi, la sua presenza sul mercato e in listino comporta due conseguenze spiacevoli per il brand dell’Elica di Monaco.
I clienti del segmento E che non trovano un modello adatto a loro nel listino BMW, infatti, scelgono di dirigersi verso Mercedes; quelli che, invece, acquistano BMW Serie 5 GT sono acquirenti che si sarebbero rivolti a BMW Serie 7, in precedenza, cioè all’ammiraglia di segmento F. In soldoni, la particolare versione della famiglia Serie 5 cannibalizza il bacino d’utenza di un altro modello BMW, dando vita ad uno spiacevole conflitto di interesse interno, oppure allontana contratti verso i concorrenti più diretti. Come se non bastasse, la linea particolare della nuova BMW Serie 5 GT e la forma non usuale non stanno ottenendo largo consenso sul mercato del Nord America: la casa automobilistica tedesca BMW si aspettava di riuscire a vendere tra le 4mila e le 8mila unità della versione Gran Turismo di BMW Serie 5, ma durante il 2010 ha commercializzato soltanto 2.848 esemplari; alla luce dei risultati, la previsione di vendita per l’anno 2011 è pari a 2.160 unità (un volume distante anni luce dal preventivato).
Non sappiamo se la casa automobilistica di Monaco abbia deciso, dunque, di porre un freno a questa situazione, esportando al di là dell’Oceano Atlantico la nuova generazione di BMW Serie 5 Touring. Sappiamo, però, che il brand dell’Elica sta confezionando il secondo modello GT, che nascerà dalla nuova generazione di BMW Serie 3 (presentata al Salone di Francoforte 2011, probabilmente).