Lotus cambia nome e motore. Dal 2011 alleata con Renault

Novità, cambiamenti e grandi collaborazioni tecniche. Questo è quanto il nuovo team Lotus annuncerà tra due settimane durante il Gran Premio di Singapore. dal 2011 la Lotus inizierà una collaborazione tecnica con la Renault, collaborazione che prevede il rifornimento per il team malese di motori, cambi e sistemi Kers, tutto per la durata di almeno 2 anni.

Un accordo simile avvenne tra Force India e McLaren Mercedes ad inizio 2009, grazie al quale il team indiano ha potuto abbandonare il fondo della griglia. Basta guardare i numeri, infatti nel 2008 la Force India ritardava dalla vetta di circa 2 secondi, mentre l’anno successivo il distacco fu dimezzato fino a giungere ai miglioramenti di questa stagione.

Questo legame permetterà sicuramente alla Lotus di poter correre ai livelli di Sauber e Toro Rosso per poi in futuro arrivare ai massimi livelli come lo stesso Tony Fernandes, proprietario del team, ha dichiarato:”molti dei negoziati sono andati in porto in questa due ultime settimane. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere tra qualche anno le prestazioni di Ferrari e Red Bull“.

Hamilton sbaglia ma si pente:”Rischio il mondiale”


Ancor prima di festeggiare per la vittoria di Alonso, i ferraristi festeggiavano per il ritiro del rivale più temuto dal cavallino e cioè di Lewis Hamilton. Recuperare circa 40 punti all’inglese è sembrato a tutti un’impresa molto difficile salvo che tutte le future gare prendessero le stesse caratteristiche di Spa e Monza.

Purtroppo non sarà così, ma grazie al ritiro dell’inglese e alla discreta prestazione di Webber, lo spagnolo della Ferrari ha potuto riaprire con ottimi propositi le speranze per la conquista del titolo iridato. Hamilton ha sbagliato scioccamente, ha preteso troppo ed in fretta ed alla fine ha ottenuto un bicchiere del tutto vuoto, per colpa di un errore simile a quelli commessi nel 2007, anno in cui poteva passare alla storia.

Unica consolazione è vedere Button competitivo, ma non tanto per il compagno ma per il semplice fatto che la seconda posizione è servita ad allontanare dalla zona podio le due Red Bull.

E’ stato chiaramente un mio errore. Questo accade in quelle gare dove vuoi spingere forte” ha spiegato Hamilton alla televisione “Stavo cercando di posizionare la mia auto in terza posizione, ma ho toccato……….

Chi è stato il miglior pilota a Monza?

Analizzando le prestazioni individuali dei singoli piloti è necessario soffermarsi per capire chi di loro merita particolari elogi dopo il Gran Premio italiano vinto dalla Ferrari di Fernando Alonso.

Lo spagnolo che ha conquistato la pole senza problemi è stato autore di una cattiva partenza, ma successivamente protagonista di una prestazione degna di un doppio campione del mondo. Ancora una volta esalta la freddezza dell’asturiano, vincendo la pressione che la Ferrari ha esercitato durante il week-end di casa. Costantemente dietro Button risponde immediato al gioco di squadra riprendendo la posizione che lo incoronerà vincitore.

L’esperienza paga ancora Jenson Button. L’inglese adottando la strategia della macchina con più carico ha ottenuto un buon secondo posto rischiando di vincere la sua terza gara stagionale.

Felipe parte terzo ed arriva terzo. Tutto quello che la Ferrari si aspettava da lui è stato esaudito. Concretizzare la doppietta in casa avrebbe regalato ai fan l’orgasmo perfetto, ma l’assenza di errori di Button ha reso l’impresa impossibile.

Con questo genere di strategie puoi passare o per Re o per idiota” questo il commento di Sebastian Vettel a seguito di una delle gare più travagliate della sua carriera. Non bastava l’handicap del motore Renault a complicare le cose per Sebastian, infatti il pilota durante la gara ha subito un drastico rallentamento della sua vettura che per fortuna dopo alcuni secondi ha ripreso il normale andamento. la Red Bull lo fa girare per 52 giri con le gomme morbide e solo all’ultimo richiama il suo pilota ai box, ma alla fine il quarto posto ripaga l’azzardo.

Formula 1, tornano di moda gli anni 80


Motori Turbo, ground effect. Questi gli elementi che verranno riproposti nei nuovissimi regolamenti che entreranno in vigore a partire dal 2013. Le squadre sono impegnate a trovare accordi che permettano oltre alla riduzione dei costi, un aumento dello spettacolo nelle corse, elemento che negli ultimi periodi è stato fonte di innumerevoli critiche e discussioni.

Il motore Turbo risale alla fine degli anni 70, quando la Renault propose tale innovazione, da prima sottovalutata per motivi di affidabilità, ma che poi fu preferita da tutti i team grazie alle eccezionali prestazioni, tanto da far abbandonare i mitici motori Ford Cosworth.

Il progetto che intende sottolineare anche il rispetto dell’ambiente è costituito da un motore 4 Cilindri Turbo, motori che sicuramente verteranno alla standardizzazione di alcune parti o dell’intero componente. Una Formula 1 che si affaccia sempre di più al verde, grazie a possibili limiti che potrebbero costringere i vari team a non progettare motori che consumino soglie eccessive di carburante, tutto questo ovviamente accompagnato dal ritorno del KERS, il sistema di energia di recupero che debuttò in F1 nel 2009, ma che momentaneamente è stato abbandonato per il forte esubero di costi in fase di progettazione.

Vettel non è protetto come Hamilton


Paragoni, scenari simili o semplici eventi che possono essere confrontati per farsi un’idea su quello che veramente sta succedendo attorno al giovane Sebastian Vettel. Pilota di spicco, appoggiato dalla sua squadra fin da subito, cresciuto sotto il programma juniores, amico di Michael Schumacher, ma momentaneamente in una squadra giovane, nuova tra i top team.

Fernando Alonso ad Agosto aveva spiegato che nell’ultima fase la pressione del campionato si sarebbe fatta sentire e per piloti come Webber e Vettel sarebbe stata dura sopportare tale frustrazione, dovuta proprio all’assenza di titoli iridati. Questo è quello che sta succedendo esattamente ad un pilota di talento, ma poco esperto come Vettel, che a 23 si è ritrovato con una vettura competitiva ad inseguire un titolo da campione del mondo.

Una situazione simile accade nel 2007, quando alla McLaren Lewis Hamilton esordì precocemente, eliminando la concorrenza del compagno campione Alonso, proprio perché l’inglese era pienamente coperto e spinto dal suo team. Alonso era indubbiamente il più forte, perché sapeva preparare la macchina, ma fu Hamilton che nonostante non vinse il titolo a confermarsi un futuro in McLaren.

La Red Bull è un team più giovane rispetto a McLaren e Ferrari, dunque ha molto da imparare nella gestione dei propri piloti. Horner ha sempre smentito il favoreggiamento di Sebastian e questo pare confermarsi nelle ultime gare padroneggiate da Webber. Sportivamente parlando l’attuale politica Red Bull, che sia spontanea o frutto di inesperienza, è la più apprezzata, la migliore, perché rispecchia pienamente il criterio della meritocrazia ottenuto in pista. A sfavore però c’è da dire che il titolo di campione del mondo è assegnabile ad un unico pilota e quando team come Ferrari e McLaren giocano con un’unica punta, è necessario capire che bisogna adattare lo stesso comportamento per far si che il titolo non vada perso ingenuamente.

Previsioni Gp Belgio, McLaren fortissima sul bagnato


Nonostante in casa Red Bull ci sia aria di festa per la 12ma pole position ottenuta su 13 gare disputate, le previsioni meteo per domani prevedono immancabilmente la presenza di pioggia che in questo week-end ha tenuto impegnati tutti i piloti interessati. La Red Bull ha smentito la reputazione di macchina non adatta ai circuiti con basso carico aerodinamico grazie alla prestazione di Webber, ma in vista della gara di domenica ci si aspetta una incontrastata performance da parte della McLaren ed in particolare da Hamilton, che proprio sull’umido, insieme al collega Button, ha dimostrato la grandissima potenza della sua vettura.

Un evento simile lo avevamo visto già in Cina, ma qui la McLaren ha un incremento prestazionale in più dovuto ad una maggiore adattabilità delle gomme intermedie. I risultati parlano chiaro, nella Q1 e Q2, quando ha piovuto più costantemente, Hamilton fece segnare il miglior tempo, mentre nel run finale il pilota britannico della McLaren ha realizzato in ultima occasione il secondo tempo, accompagnato dall’altra macchina di Jenson Button, che recuperando circa due decimi si è garantito la partenza dalla quinta posizione.

Sono stati più bravi di noi a Shangai” ha commentato Mark Webberma adesso le macchina sono diverse a causa degli sviluppi subiti durante l’anno”.

Raikkonen sempre più lontano dalla F1


Quando nel 2009 Kimi Raikkonen fu licenziato dalla Ferrari per poter dare posto all’atteso Alonso, l’allontanamento dalla Formula 1 sembrava costituito da un singolo anno sabatico che il finlandese avesse deciso di intraprendere per poi riapparire nel 2011.

Raikkonen è stato campione del mondo nel 2007 con Ferrari, obiettivo che sicuramente ha tolto motivazione al pilota che da sempre ha evidenziato forti contrasti con la politica dello sport e con l’intensissimo controllo dei media, in particolar modo nel periodo passato con la squadra italiana.

Raikkonen è impegnato attualmente nei Rally e corre con una Citroen sponsorizzata Red Bull, chiave di collegamento con il team attualmente gestito da Cristian Horner, il quale ha diminuito le possibilità per l’arrivo del finlandese:”Non si sa mai, ma probabilmente non tornerà in F1”.

Heidfeld e Pirelli, Nick vuole ritornare in F1


In questi giorni proprio in Italia il futuro fornitore di pneumatici Pirelli sta testando 4 tipi diversi di mescola per studiare ed adattare i composti alle esigenze della Formula 1. La macchina in uso per i suddetti test è la Toyota del 2009, una macchina veloce e vicina alle prestazioni delle auto attuali, ma allo stesso tempo imparziale in quanto non partecipa a nessuna competizione sportiva conseguentemente al ritiro del colosso giapponese.

Pirelli torna protagonista in Formula 1 dopo un’assenza di ben 20 anni e proprio per venire in contro alle esigenze delle corse ha ingaggiato uno tra i piloti più esperti che lo sport potesse offrire, Nick Heidfeld. Il pilota 33enne dopo il ritiro della BMW-Sauber ha dovuto accettare il ruolo di riserva nel neo team Mercedes, ma fondamentalmente il suo lavoro svolto in questa stagione, in mancanza di test si è concretizzato esclusivamente sul simulatore in fabbrica e dietro le quinte durante gli eventi di gara.

Nick non ha mai avuto intenzione di abbandonare le gare ed è per questo che il pilota ha accettato il ruolo di tester per la Pirelli. Il tedesco sa benissimo che grazie all’assenza dei test, essere a conoscenza del comportamento degli pneumatici è un fattore chiave fondamentale che può sicuramente fare la differenza l’anno prossimo, quando tutti i team si ritroveranno a lavorare con nuovi pneumatici, dei quali non si conosce proprio niente.

Spa e Monza, la Red Bull rischia il mondiale


L’anno scorso fu la Force India con Giancarlo Fisichella a conquistare la pole position ed il secondo piazzamento in Belgio. Come è possibile che una squadra mediocre improvvisamente diventi competitiva ai massimi livelli?

I circuiti di Spa e di Monza, prossimi eventi nel calendario di F1, sono caratterizzati da lunghi rettilinei che determinano l’impostazione della macchina con un bassissimo carico aerodinamico, fattore non decisivo, al contrario della potenza del motore.

La Mercedes ha attualmente i motori più potenti in Formula 1 e la Force India monta tali motori, come la McLaren. L’allarme risuona in casa Red Bull, lo dice lo stesso Horner che alla vicinanza della vigilia del gran premio belga ha ammesso che l’intero campionato può essere compromesso…….

F1, crisi e stipendi piloti


Il ritiro di Toyota e BMW dalla Formula 1 è stato uno dei segnali più evidenti che ha messo in luce il bisogno di abbassare la spesa elevata dei costi, da sempre caratteristica di questo sport. FIA e FOTA hanno promesso un ritorno, in termini economici, pari a quello degli anni 90, ma gli stipendi ed in particolare quello dei protagonisti e quindi dei piloti, hanno subito un reale taglio o sono rimasti invariati? Ecco i risultati della breve indagine condotta dal britannico James Allen.

Quasi tutti i team ingaggiano i propri piloti allo stesso modo. Lo stipendio è diviso in una parte fissa, quasi sempre un 70%, e da una parte bonus costituita dal restante 30%. Appunto quest’ultima parte dipende dalle vittorie, dai podi e dal risultato in classifica che ogni singolo pilota ottiene.

Alla Red Bull hanno le braccia corte, in quanto la parte fissa è pari al 40%, mentre il bonus è pari al rimanente 60%, condizione che sicuramente incentiva i propri piloti a vincere di più. Quest’anno la parte fissa dei piloti Vettel e Webber ammonta a circa 3,5 milioni €, somma che aumenterà conseguentemente all’ottimo progresso della squadra.

Il desiderio di abbassare il prezzo degli stipendi dei piloti c’è stato, soprattutto nel 2009, ma per il momento la vera riduzione ottenuta dai team è nella lunghezza dei contratti stipulati con i propri piloti. Chi ne è uscito vincitore da tutto questo è stato Lewis Hamilton, che seguito fin dalla giovane età da Ron Dennis, proprio nel 2007, anno di debutto, firmò un contratto quinquennale con il suo team del valore di 50 milioni di €, senza contare che Lewis ha dei contratti pubblicitari che gli fanno intascare circa 3 milioni di € all’anno.

Ralf Schumacher difende Michael


Norbert Haug non è l’unico ad aver preso le difese del sette volte campione del mondo, all’uomo Mercedes si è aggiunto l’ex pilota Toyota nonché fratello di Michael. Il ritorno alle corse per il tedesco non è stato semplice come tutti credevano, non sono bastate le prime gare per rivedere lo Schumacher dei bei tempi, questo perché principalmente i problemi sono altri.

Le gomme che si utilizzano adesso non sono le stesse Bridgestone del 2006, le macchine sono diverse, la Mercedes è un team in ascesa, non si effettuano più test infrasettimanali ed in più l’età accompagnata da una maggiore considerazione dei rischi non rende.

Schumacher non è un robot, ha riflettuto sull’azione commessa ed ha chiesto scusa” ha spiegato Ralf.

David Coulthard, Eddie Irvine, Niki Lauda, Jackie Stewart, questi i nomi di tutti i piloti che hanno criticato il pilota della Mercedes, contrariamente a Ralf che considera il ritorno alle corse di suo fratello un bene per tutta la Formula 1: “C’è sicuramente un sacco di gente legata alla storia di Michael. La manovra su Barrichello è stata pericolosa e difficile, ma questo dimostra anche la determinazione del pilota” Ralf ha continuato “In precedenza è stato criticato per essere troppo duro e freddo, mentre adesso……..