Ecclestone non vuole perdere Spa


L’evoluzione del calendario di Formula 1 non si ferma. Il patron della F1 ha confessato che in futuro alcuni Gran Premi europei dovranno andare in pensione per dar spazio ai nuovi circuiti che attendono l’ingresso in Formula 1. L’India è alle porte e presto Russia a Stati Uniti prenderanno parte nel quadro.

Ma è giusto eliminare i vecchi GP che hanno fatto la storia per dar libero accesso a queste nuove gare progettate dall’architetto Tilke? Uomo fidato di Bernie, da anni progetta piste troppo sicure che non incentivano i sorpassi, ma soprattutto che non permettono ai piloti un reale confronto con le loro qualità.

Se non fosse stato per gli aiuti del governo, da tempo non ci sarebbe il GP del Belgio” ha spiegato Ecclestone per chiarire una precedente intervista al The Guardian”Come sta succedendo per il Gran Premio d’Inghilterra”.

Il The Guardian ha contorto le mie parole” ha detto Bernie “Negli anni a venire perderemo delle gare in Europa, questo è quasi certo. Non so quali, ma noi vogliamo mantenere Spa”.

Per farla breve Ecclestone non si metterà più in mezzo con gli organizzatori del GP belga e quindi starà tutto nella volontà

La Red Bull perderà se non favorisce Webber


A meno che la fortuna cambi direzioni e abbandoni per il resto del campionato Fernando Alonso, la Red Bull è obbligata ad adottare una strategia come hanno fatto i suoi rivali, diversamente si vedrà sfuggire l’occasione di vincere il campionato piloti e chissà anche quello costruttori.

La matematica favorisce Alonso che può vincere il suo terzo mondiale già in Brasile. A Fernando basta arrivare primo e sapere che Webber non abbia ottenuto una posizione migliore della quinta. Salita ancora più ripida per Hamilton che se dovesse vedere lo spagnolo vincere a San Paolo, stessa gara dove perse il titolo 2007, non avrà nessuna occasione di rimedio ad Abu Dhabi.

Vettel che dista da Alonso 25 punti confida le sue speranze in un ritiro del pilota asturiano. Ad Alonso infatti basta arrivare in qualsiasi posizione avanti al tedesco della Red Bull per eliminarlo definitivamente dalla corsa al titolo.

Un buon stratega concentrerebbe tutte le proprie energie sull’australiano Webber, più idoneo alla lotta con lo spagnolo, ma Horner continua ad insistere che la Red Bull non cambierà la sua politica e che dunque Sebastian e Mark scenderanno in pista senza nessuna strategia di squadra.

“Sarebbe sbagliato cambiare strategia in questo momento. Nessuno ha una palla di cristallo e nessuno poteva prevedere quello che è successo in Corea, nemmeno Ecclestone” ha detto Horner.

Solo la matematica mantiene Button in corsa per il titolo


Anche se la matematica ancora non da nulla di scontato, il sogno di Jenson Button finisce oggi in Corea. E’ inutile fare giri di parole, appigliarsi a false speranze, perché con 42 punti di distacco dalla vetta a soli 2 GP dal termine del campionato è veramente difficile poter riconfermare la vittoria del titolo conquistato nel 2009.

Jenson Button ha ammesso che per potersi laureare campione del mondo nuovamente è necessario che gli altri non arrivino mai a punti nelle ultime gare, ma siccome si tratta di 4 piloti è improbabile che questo possa succedere. “Il mio campionato, se gli altri prendono punti e non hanno problemi, è finito anche se quello che è successo alle Red Bull ti dice che tutto può cambiare” ha spiegato Jenson “ non sto dicendo che è facile, è una piccola chance, ma è tutto quello che mi è rimasto per continuare a spingere”.

E così la corsa al titolo 2010 è quasi ufficialmente chiusa a 4 concorrenti. Sinceramente erano in pochi a scommettere su Button, perché le uniche due vittorie che l’inglese ha ottenuto in questa stagione sono state il frutto di strategie intraprese nel momento giusto: dunque molta fortuna. Jenson Button è un ottimo pilota, attuale campione del mondo, un pilota ragioniere, ma non ha il talento del suo compagno di squadra ne tanto meno di Alonso, Vettel e company.

La McLaren ha sempre conosciuto le sue potenzialità ed in questo week-end coreano ci sono state due occasione nelle quali Button ha investito la sua gara ancora una volta su incerte strategie

GP Corea, ecco come Alonso ha tagliato la testa al Toro


La vera gara è cominciata al 18mo giro e se fosse stato per Webber forse non sarebbe mai iniziata, perché l’australiano, diversamente da Hamilton che fremeva dalla voglia di tuffarsi nell’acqua, non voleva correre. Mark Webber chiude amaramente la sua domenica Coreana quando all’ingresso della safety car sbaglia e va in testa coda, vedendosi inevitabilmente scontrato da Rosberg, quest’ultimo autore di un buon sorpasso iniziale su Hamilton.

Vettel primo, Alonso secondo ed Hamilton terzo. La pista continua ad asciugarsi, mentre in tv compaiono i primi pronostici che intravedono il tedesco leader in classifica.

Per la prima volta in campionato assistiamo ad uno Schumacher aggressivo, ma solo nella fase iniziale, quando sfrutta il suo assetto per sorpassare Kubica. Il sette volte campione del mondo finirà alle spalle del podio con la migliore prestazione nella sua seconda carriera sportiva.

Ennesimo ritiro per Trulli, per problemi sempre risalenti al sistema idraulico. Al 27mo giro Button perde la quinta posizione, mentre Luca Di Grassi si ritira. Jenson nella speranza di ripetere ciò che è successo in Cina ed in Australia monta le intermedie, scelta che non lo pagherà al termine della gara, in quanto il pilota finirà oltre la top ten.

Poi al 31mo giro è Buemi a costringere la safety car a ritornare in pista, per via dell’incidente con Glock. Nel frattempo i piloti sfruttano l’occasione per sostituire i pneumatici. Per la prima volta in quest’anno la sorte non grazia la Ferrari, infatti si riscontrano problemi all’anteriore destra di Alonso che costringerà il pilota a rientrare alle spalle di Hamilton.

Sarà stata la pressione o forse il caso, ma nel giro seguente Alonso riprende la seconda posizione grazie ad un errore del pilota McLaren, mentre Felipe Massa si accoda al gruppo.

Maldonado fa fuori Hulkenberg con 15 milioni di euro?


Quale migliore raccomandazione dei soldi? Secondo la stampa brasiliana è fatta, il campione di GP2 Maldonado ha firmato con la Williams per il prossimo anno con un contratto che farebbe incassare al team di Grove un totale di 15 milioni di euro grazie alla sponsorizzazione della società petroliera PDVSA.

Di ufficiale non c’è niente, anche perché la Williams sicuramente non vuole farsi scappare l’opportunità di crescere un pilota di talento come il giovane tedesco da tutti considerato l’erede di Schumacher. L’esordio di Hulkenberg in questo 2010 è stato più che soddisfacente, ma il suo manager, lo stesso del 7 volte campione del mondo, pare chiedere troppi soldi alla Williams per il rinnovo del contratto, soldi che la squadra non è propensa a pagare per via dei problemi finanziari che da anni la circondano.

Stranamente Nico non è preoccupato, consapevole che i risultati conseguiti fino ad ora lo elevano in una buona posizione:” Credo che ci sia un interesse da entrambe le parti. Voglio rimanere in Williams perché l’anno prossimo sicuramente ci sarà una macchina più competitiva”.

La situazione non è delle più nitide, perché la Williams da una prospettiva finanziaria rischia di perdere diversi sponsor, ma Nico conferma che la sua partecipazione deve essere voluta per questioni di talento e non per soldi.

Brawn rimanda al 2011, ma parla già di ritiro


Un po’ ambigua l’intervista di Ross Brawn rilasciata in questi giorni ai giornali. Il team boss da scontato che l’anno prossimo la Mercedes sarà competitiva, ma allo stesso modo ha confermato:”la Mercedes sarà il mio ultime team”. In tema 2010 Ross Brawn ha suggerito prossimo alla laurea di campione del mondo lo spagnolo Fernando Alonso, lo stesso che a fine 2008 fu contattato dall’ex team Honda.

Che carriera per Brawn. 16 sono i campionati del mondo ottenuti tra Benetton, Ferrari e con la squadra che portava il suo stesso nome lo scorso anno. 55 gli anni e poco più di 40 milioni di sterline il totale dei ricavi ottenuti dalla Formula 1.

Le scarse prestazioni di quest’anno precludono che lo scarso impegno della Mercedes sia finalizzato ad un passaggio di concentrazioni per il prossimo anno. Brawn è convinto che la Mercedes nel 2011 sia più competitiva, ma allo stesso tempo ed in maniera confusa ha spiegato che oltre la Mercedes non vuole andare da nessuna altra parte.

Un erede per gli 80 anni di Ecclestone


Sembra quasi di assistere al romanzo di PirandelloMastro Don Gesualdo” e come nel libro il protagonista vive con l’ansia di non volersi mai separare dalla roba, da ciò che ha creato, così anche l’imprenditore Ecclestone nega di essere alla ricerca di un suo successore in vista del prossimo compleanno, rimandando il suo disimpegno dallo sport al giorno della morte.

I capi squadra dei team di Formula 1 si fanno avanti, ma Bernie esclude che uno di loro possa ereditare i diritti dello sport. Bernie Ecclestone ha creato un’industria milionaria grazie alle corse. Nato il 28 ottobre del 1930 ha vissuto la secondo guerra mondiale in Inghilterra. Dopo uno scarso esordio da pilota, tra il 1972 ed il 1987 ha gestito la Brabham e allo stesso tempo nel 1970 ha acquistato i diritti commerciali della Formula 1 grazie alla vendita dei diritti televisivi, effettuati tramite la Formula One Management (FOM) e la Formula One Administration (FOA).

Alla domanda su chi sarà il suo successore il britannico ha risposto:”Non ho idea. Essi(i capi squadra dei team) dovrebbero guardare se c’è fuori un altro rivenditore di auto usate”.

Alla questione su come si evolverà la F1 nei prossimi 10 anni Ecclestone ha detto:”Non lo so! Io sono preoccupato per il prossimo anno.

GP Corea, Chandhok spiega perché sarà un dominio Red Bull

Tra una settimana esatta la Formula 1 approderà per la prima volta in Corea. Dopo le esitazioni, le voci ed i contrasti, è stato ufficialmente deciso che la gara non salterà e che quindi manterrà l’impegno da calendario. Attualmente solo un pilota di F1 ha avuto l’onore di conoscere di presenza il tracciato, si tratta dell’indiano della Hispania Racing Karun Chandhok. Il pilota essendo attualmente sostituito da Yamamoto ha effettuato un test di 15 giri circa con una Red Bull RB5. Risultato dei test? Secondo l’indiano le Red Bull saranno più imprendibili di Suzuka.

Penso che la Corea è un altro circuito Red Bull. Lo hanno dimostrato già in Giappone con un margine di mezzo secondo su Ferrari e McLaren” ha detto Karun.

Facendo un pronostico ed analizzando il video soprindicato si nota che il tracciato è costituito da parti lente, che rendono incontrastabili le Red Bull, parti che però a differenza di Sukuza non richiedono un eccessivo carico aerodinamico. Chandhok ha però evidenziato la presenza dei 3 rettilinei, che sicuramente costituiranno un vantaggio per la McLaren che vanta del miglior sistema F-duct(in Corea il team inglese sta portando un’evoluzione del sistema).

Team F1 e Pirelli, raggiunto accordo


Sarà un campionato ad armi pari oppure il Ross Brawn di turno sbucherà fuori con i suoi colpi di genio? I team di Formula 1 hanno preso un accordo durante il Gran Premio del Giappone, un compromesso che serve a garantire trasparenza nello sviluppo e dunque nel relativo passaggio di informazioni tra le varie squadre ed il nuovo fornitore di pneumatici Pirelli.

Le tensioni ci sono, perché in passato ad esempio la Ferrari godeva di particolari vantaggi dovuti alla continuata collaborazione tra la Bridgestone e la casa di Maranello, che prima del 2007(anno in cui la Michelin abbandonò la Formula 1) sviluppava le gomme in stretta collaborazione con Michael Schumacher.

Nel 2011 torna la casa italiana Pirelli e dunque è stato concordato che nessuno team debba essere privilegiato e che tutte le informazioni ottenute, siano trasmesse in modo equo tra i vari team partecipanti al campionato.

L’amministratore delegato della Sauber, Monica Kaltenborn, ha detto:”Quando siamo andati verso l’affare Pirelli, sapevamo che ci sarebbe stata trasparenza”.