Sembra che Maurizio Arrivabene, cambiando l’approccio alla Ferrari, sia riuscito a creare una vera squadra. Dopo il secondo posto di Raikkonen in Malesia ha ben pensato di fargli i suoi complimenti ma il siparietto è entrato nella storia. Proviamo a ricostruire gli elementi salienti.
Sapevamo che Kimi doveva sentire la monoposto avanti per guidare come piace a lui, e ad inizio dicembre guardando una prima foto della Sf15-T con Simone Resta e Rory Byrne chiesi a loro quanto tempo ci voleva per spostare un po’ di peso sull’anteriore, proprio per andare incontro a Raikkonen. Mi risposero “sei mesi”, e io chiesi se era possibile farlo in tre, nella metà del tempo, lavorando giorno e notte. Mi dissero “va bene”. Non solo ci sono riusciti, ma hanno fatto un gran lavoro!
Questa la dichiarazione di Arrivabene che parla di Iceman ritrovato. Parole dette a caldo dal team principal della Ferrari, dopo il secondo posto di Raikkonen nel GP del Bahrein.
L’abbiamo detto e ridetto, la stella di Raikkonen è tornata a splendere grazie sopratuttto ad una vettura che si sposa alla perfezione con il suo stile di guida, grazie ad un lavoro di cesello sulla zona anteriore della SF15-T.
Circostanza già nota ai più, ma confermata con un particolare retroscena dal team principal della Scuderia Ferrari, che ha rivelato alcuni importanti passaggi sullo sviluppo di una monoposto finalmente competitiva. In una solo monoposto sono confluite diverse “anime”.
Ecco perché la Ferrari che scende in pista può essere considerata un lavoro corale firmato essenzialmente da tre padri della Rossa: Arrivabene che ha gestito la situazione nella sua interessa, ma po anche il direttore tecnico James Allison e il progettista capo Simone Resta e l’indimenticato Rory Byrne.