Alonso e Massa in visita ai terremotati

di Redazione Commenta

E’ bello quando lo sport si avvicina alla realtà sociale, ed ancor di più quando si tratta di realtà tragiche come una zona terremotata.

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Ieri a sorpresa è stata la volta di Alonso e Massa, i due piloti della Ferrari, i quali non hanno approfittato della sensibilità pubblica per farsi pubblicità, non ne hanno bisogno, ma anzi, forse hanno fatto l’operazione contraria: hanno sfruttato il buon momento della Ferrari e l’entusiasmo che si è venuto a creare intorno al team per riaccendere i riflettori sulla zona dell’Emilia colpita dal terremoto, di cui ormai non si parla quasi più.

LA VISITA AI LUOGHI TERREMOTATI

massa-alonsoLa visita è durata soltanto poche ore, ma sono state sufficienti per spostare nuovamente le attenzioni su quelle popolazioni. Il Campo Abruzzo di Cavezzo e la zona rossa di Mirandola sono state le due aree visitate dai piloti Ferrari, i quali hanno cercato, per quanto possibile, di risollevare il morale agli abitanti delle tendopoli.

La visita dei ferraristi non è casuale. Questa parte d’Italia, forse anche più del resto del Paese, vive di pane e automobilismo. Ricordiamo infatti che tra le zone colpite, anche se in maniera minore, c’è pure Maranello, la “casa” della Ferrari, distante pochi chilometri, e la gente lì è impiegata spesso proprio in quel settore ed ha una passione per le auto anche superiore a quella per il calcio.

Ci avete fatto davvero una bellissima sorpresa e ci avete dato una grande emozione. Non sapete quanto bene avete fatto con questo gesto: ne avevano proprio bisogno in un momento in cui non sanno ancora se e quando potranno tornare ad abitare nella loro casa o in una casa vera

ha dichiarato un volontario che tenta con il suo lavoro di far tornare quella gente ad una vita quanto più normale possibile. Al termine della giornata i piloti hanno ribadito l’importanza della ricostruzione ed hanno chiesto a chi di dovere di non perdere tempo perché è davvero un crimine lasciare interi paesi in balia delle macerie in una nazione che si considera civile come l’Italia.

Photo Credits | Getty Images

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