Oggi si comincia a fare sul serio. Dimenticate il pre-stagione, le polemiche degli alettoni e dei diffusori posteriori. Tra poche ore nel deserto del Bahrain i dodici team di Formula 1 daranno ufficialmente il via alla stagione 2010. Come abbiamo già detto nel nostro “pagellone del pre-stagione” la Ferrari è la principale candidata alla vittoria. E oggi aggiungiamo che, secondo le statistiche, il tracciato del Bahrain è ultra favorevole alla scuderia di Maranello. Basta dare un occhiata ai numeri e alla storia per capire che se c’è un avversario da battere nel deserto mediorentale, quello è proprio la Ferrari. Se poi ci aggiungiamo che tra i piloti, uno dei più titolati in Bahrain è proprio Fernando Alonso, allora non abbiamo più dubbi: se dovrà essere la stagione del riscatto, la F10 parte già in vantaggio. Lo dice la storia che in sei edizioni del Gran Premio ha visto vincere tre volte un pilota della Ferrari (doppietta di Felipe Massa e una vittoria per Michael Schumacher) e altre due volte Alonso (su Renault). Quindi, il binomio Alonso-Ferrari ha circa l’84% di possibilità di vincere la gara che inaugura la nuova stagione. Ma i numeri non finiscono qui: dal 2004 (anno della prima apparizione in calendario del circuito del Bahrain), la Ferrari è sempre riuscita a piazzare un pilota sul podio, fatto salvo nel 2009 quando vinse Jenson Button (Brawn GP) e il primo dei ferraristi fu Kimi Raikkonen (solo sesto) con Massa addirittura 14esimo con un giro di ritardo. Se i numeri danno la Ferrari come favorita, le novità del 2010 mettono in guardia la Rossa: non solo il regolamento impone di caricare carburante solo ad inizio gara senza possibilità di rifornirsi durante i pit-stop, ma anche il circuito del Bahrain è stato rivisitato e le vetture devo adattare l’aerodinamica. Ad esempio le curve successive alla curva 4 sono state allargate, e si dovranno percorrere otto giri in meno rispetto allo scorso anno (49 al posto di 57). Inoltre i sorpassi saranno resi più agevoli perché ci sono ben tre rettilinei con una staccata violenta da compiere per inserirsi in curva. Insomma, le incognite ci sono sempre, ma nel deserto del Bahrain la bandiera della Ferrari potrebbe tornare a sventolare come un tempo.