C’è chi in questi giorni parla con sempre maggiore frequenza dell’abolizione del bollo auto per diversi motivi: perchè tanto gli italiani non lo pagano, perché è una tassa ingiusta, perché c’è la crisi. Cosa c’è di vero in tutta questa storia?
Daniele Capezzone ha presentato una proposta per l’abolizione del bollo auto per le macchine nuove e per quelle ecologiche e questa sua proposta è piaciuta anche in Parlamento, ottenendo il placet della Commissione finanze della Camera. Adesso, però, per rendere tutto concreto, è necessario che sia calendarizzata la discussione del provvedimento anche alla Camera e poi al Senato.
L’idea è quella di abolire il bollo auto per 3 anni a chi compra un’auto nuova e abolirlo per 5 anni per chi compra un’auto ecologica. Poi, dalla scadenza dell’agevolazione in poi, l’idea è di far pagare ad ogni automobilista in base alla sua capacità di inquinamento secondo il principio del “più inquini, più paghi”.
Quindi, di vero c’è che ci sarà una riduzione dell’imposta, una sospensione temporanea per alcuni soggetti, ma non l’abolizione della tassa che potrebbe essere il secondo passo a livello normativo. Certo è che il provvedimento votato non è fatto perché il bollo è la tassa più odiata dagli italiani.
È vero che gli evasori sono tantissimi e il buco che l’erario conta è di circa 800 milioni tra i soldi che gli automobilisti dovrebbero dare e quello che effettivamente versano, ma la tassa va pagata. Se l’Erario si accorge del mancato pagamento del bollo, entro 3 anni può chiederne il pagamento con i relativi interessi che dopo un anno, salgono al 30% dell’importo. La prescrizione per le tasse automobilistiche è 3 anni ma forse, oggi come oggi non vale la pena rischiare.
Certo è che un provvedimento del genere aiuterebbe le famiglie a sopportare con più facilità i costi di gestione di una macchina e aiuterebbe le aziende automobilistiche a vedere di nuovo in salita i grafici di vendita.
Aneel 8 Dicembre 2015 il 19:50
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