Come diceva il vecchio proverbio? Ah si, “se il buongiorno si vede dal mattino…”. Ecco, se la prima gara di questa strana stagione 2020 della Formula 1, quella andata in scena nel corso del weekend del 4-5 luglio sul circuito austriaco del Red Bull Ring, rappresenta il mattino, le speranze per quest’ultima stagione in rosso di Sebastian Vettel non sono le più incoraggianti. Dopo aver sbagliato le qualifiche, venendo miseramente eliminato in Q2 e conquistando una misera 11esima piazzola, il tedesco (ricordiamolo, quattro volte campione del mondo con la Red Bull degli anni d’oro) ha messo in scena una gara appannata, affannata e insipida, relegato nelle retrovie e, peggio, finendo poi in testacoda, l’ennesimo testacoda, al primo, e unico, tentativo di dare una zampata agli avversari.
Un testacoda che ha molti sapori: quello della frustrazione, quello dello stress, quello di una carriera iniziata molto meglio di come sta procedendo, quello dell’incapacità di gestire una situazione in squadra quanto mai spinosa. Un testacoda avvenuto proprio mentre Vettel cercava un sorpasso di cattiveria e di sfogo sul pilota usurpatore al trono Carlos Sainz Junior, prossimo compagno di squadra del “predestinato” Charles Leclerc.
Analizzare la situazione nel suo insieme (cosa sempre consigliata quando si parla di sport molto complessi come la Formula 1, nella quale c’è anche una componente non umana, la macchina) porta poi ad un bivio: da una lato abbiamo le prestazione della Ferrari SF1000, ben al di sotto delle aspettative (che già erano magre ai tempi dei testi di Barcellona), dall’altro abbiamo Charles Leclerc, autore di una gara esemplare, sempre presente e pronto a dare la zampata vincente al momento più opportuno, mettendo in mostra un carisma da campione vero, di quelli con la C maiuscola. Perché, alla fine dei conti, e Hamilton lo insegna a tutti da anni, per portare a casa punti preziosi, a volte, basta esserci ed essere pronti a cogliere anche la più piccola difficoltà e défaillance degli avversari. Vettel invece no, ha subito la grave situazione della sua auto (che, se non ci fossero state le tre safety car probabilmente sarebbe stata doppiata) ma ha anche subito, cosa che accade spesso da tre anni a questa parte, la pressione psicologica, finendo in un rovinoso testacoda.
La situazione è molto grave e più seria di quanto si possa pensare. Alla vigilia del primo gran premio del 2020, sopratutto a seguito di alcune dichiarazioni un po’ pesanti da parte di Vettel nei confronti del suo team principal Mattia Binotto e della sua gestione dei piloti, si erano paventate due ipotesi. Una, che Vettel, alleggerito dal fatto che oramai la situazione è andata a rotoli e senza più niente da perdere ritrovasse lo smalto perduto, due, dall’altra parte del ring, che Vettel abbia invece tirato i remi in barca, incapace di gestire una situazione ed uno stress (sportivo, umano e mediatico) che manderebbero in crisi praticamente chiunque. Ma Vettel non è chiunque, Sebastian Vettel è uno dei piloti più forti nella storia della Formula 1: fin dal suo debutto nel 2006 al volante della BMW Sauber ad oggi, passando per la sua prima, strepitosa, vittoria a Monza con la Toro Rosso nel 2008, il tedesco detiene tuttora il record del maggior numero di pole position in una singola stagione, il record di gran premi vinti in una stagione, quello di gran premi vinti consecutivamente e, come se non bastasse, è il terzo pilota per numero di vittorie dietro a Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Insomma, sulla carta Vettel è un super campione e, se gli ultimi anni hanno un po’ appannato il mito e le sue gesta, non bisogna dimenticarsi dell’incredibile carriera di questo pilota, come raccontato su pokerstarsnews.it.
A questo punto, armati di pazienza e fiducia, non resta che aspettare le prossime gare di questa breve stagione 2020, che ricomincerà dall’Austra, secondo appuntamento dell’anno sul veloce Red Bull Ring per poi proseguire in Ungheria dove, a quanto pare, la scuderia di Maranello porterà un buon aggiornamento per la claudicante SF1000, con la speranza di ritrovare una competitività, quella delle ultime stagioni, che al momento sembra essersi persa per strada.