Super GP2, l’ipotesi sempre più concreta che non piace ai piccoli team

 

I team più piccoli che accedono alla classe regina del Circus sono in profonda crisi e non riescono nemmeno a finanziare le modifiche necessarie alle loro monoposto per renderle competitive e dare spettacolo in pista. Eppure non vogliono rassegnarsi alla super GP2.

Il dilemma che la crisi impone alla Formula 1 non è semplice da comprendere. Da un lato troviamo l’obbligo delle squadra, grandi e piccoli, di dare spettacolo in pista. Per farlo è importante che tutte le monoposto rispettino degli standard di sviluppo e partecipino a tutte le gare della stagione. Questi ultimi due requisiti sono possibili soltanto se il team dispone di ingenti risorse finanziarie, cosa che non accade per i team piccoli.

Un cane che si morde la cosa che obbliga Ecclestone a scegliere tra l’avere una formula 1 ancora avvincente come un volta, ma anche salvare dalla bancarotta quei team che rendono imprevedibili il risultato di una competizione. Una soluzione al problema c’è e va incontro anche a squadre come Caterham e Marussia che di soldi da parte ne hanno ancora pochi: prevedere un campionato sempre di alto livello ma dove i grandi team, come McLaren, Ferrari o Red Bull si battono per il titolo più importante e poi, parallelamente, sulle stesse piste, una Super GP2 dedicata alle piccole.

La prima volta che Ecclestone ha fatto questa proposta, naturalmente, ha destato interesse ma anche le ire dei piccoli team al punto che Force India, Lotus e Sauber hanno chiesto di parlare con il signor Bernie e chiarire subito alcuni punti della situazione. Nella lettera inviata ad Ecclestone le squadre dicono che anche con la Super GP2 i costi per i team non diminuiranno e sarebbe più opportuni ridiscutere l’equità della distribuzione dei dividendi.

Il timore dei piccoli, come spiega il team Principal di Sauber è che i grandi lottino per eliminare i piccoli e spartirsi più soldi. Ecclestone non ha trovato però delle alternative accettabili oltre questa e dice:

Ho sempre gestito il business nel modo in cui pensavo dovesse essere organizzato. E il più delle volte ha funzionato. Questo è stato un anno terribile, uno dei peggiori, ma non mi muoverò. L’unico modo in cui il mio lavoro in Formula 1 finirà, a meno che qualcuno che abbia il potere per farlo lo decida, sarà quando mi porteranno via in una bara. E sarà meglio che si assicurino che il coperchio sia ben fissato!

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