Mezzi pubblici, sciopero confermato ufficialmente per domani

Si attendeva da giorni ed è arrivata: stiamo parlando della conferma ufficiale che lo sciopero del prossimo 22 marzo si farà e andrà a fermare l’intero trasporto pubblico per ventiquattrore. La decisione è stata presa dai sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Uglt, Faisa-Cisal e Fast, che hanno messo in evidenza come lo sciopero sia la conseguenza del mancato rinnovo del contratto collettivo, che perdura ormai dal 2007.


Si tratta di uno sciopero che durerà per ben 24 ore in tutto il territorio nazionale, anche se in ciascuna città sono state organizzate delle fasce protette, in cui verrà garantito un servizio minimo ai cittadini.

LO SCIOPERO NELLE GRANDI CITTA’

Ecco, quindi, quali sono i blocchi che coinvolgono le più importanti città metropolitane: a Roma, i mezzi pubblici non ci saranno dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 fino al termine del servizio; a Milano il blocco va dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio, con disagi estesi ai mezzi TreNord e servizi minimi garantiti nelle fasce orarie 6-9 e 18-21.
A Torino, invece, lo sciopero andrà dalle fasce orarie 9-12 e 15-fine del turno di lavoro.
Ci spostiamo a Venezia e lo sciopero partirà dalle 9 fino alle 16.30 e dalle 19.30 fino al termine del servizio, mentre a Bologna lo stop sarà dalle 8.30 fino alle 16.30 e dalle 19.30 alla fine del turno. Terminiamo con due città del Sud: a Napoli il blocco dei mezzi pubblici durerà dalle 8 alle 17 e dalle 19.30 al termine del servizio, mentre a Palermo i disagi saranno compresi tra le 8.30 e le 17.30.

TAGLI MEDI IN ITALIA DEL 10%

Questo sciopero dei mezzi pubblici comprenderà più di 110 mila autoferrotranvieri che sono dipendenti di circa 1200 aziende che operano in questo settore: la protesta verte sopratutto sul mancato rinnovo che si protrae ormai da un quinquennio ed era già stato rinviato per altre tre volte, come è stato sottolineato anche da Alessandro Rocchi, portavoce Filt-Cgil. I tagli medi in Italia per quanto riguarda le finanze riservate ai trasporti sono stati pari al 10%, con un tetto massimo toccato in Campania (28%), mentre anche gli automezzi sono tra i punti più problematici della discussione.

Lascia un commento