Dopo il ritiro del 2006, Michael Schumacher è stato tra i maggiori sostenitori della sicurezza in Formula Uno. Sempre presente grazie ad alcune associazioni di piloti, ha ribadito l’importanza dell’efficienza di tutto quello che riguarda l’ambito sicurezza nello sport automobilistico. Ciò nonostante Michael ha confidato che qualsiasi pilota deve essere consapevole che il suo lavoro comporta alti rischi che inevitabilmente si possono rivelare delle vere e proprie disgrazie.
Ciò che ha colpito più intensamente il sette volte campione del mondo è stato l’incidente di Ayrton Senna nel 1994. Incidente che costò la vita al campione brasiliano. Proprio per episodi come questi Schumacher spiega che tutti i piloti hanno paura di non terminare più una corsa e avere queste sensazioni è del tutto normale.
Per Schumacher anche nelle cose quotidiane c’è il rischio che succeda qualcosa di brutto, ma tutte queste cose non possono essere calcolare, succedono e basta, l’importante è saper andare avanti.
Personalmente il pilota tedesco ha fatto riferimento al suo incidente più brutto, ovvero quello di Silverstone nel 1999, quando si giocava il titolo piloti con il finlandese Mika Hakkinen. Proprio in quella occasione il pilota spinse al massimo, ma poi per problemi alla vettura si schiantò nel muro e di conseguenza ebbe la gamba rotta, segnando in modo negativo e definitivo la sua stagione.
Anche se Michael si è ritirato dalla F1, la sua vita continua ad essere coinvolta da attività rischiose, come il paracadutismo e il motociclismo. Quest’ultimo pareva essere diventato il nuovo sport ufficiale del tedesco, ma lo stesso ha spiegato che questi eventi sulle due ruote sono semplici passioni che difficilmente si trasformeranno in lavoro, anche se ultimamente in categorie minori alla MotoGP è stato ripetutamente proposto un sedile al campione automobilistico.