Quando Jacques Rogge, presidente del Comitato Internazionale Olimpico è stato avvistato a Silverstone, sono stati in molti a optare un futuro inserimento tra le discipline olimpiche dello sport automobilistico.
Ma lo stesso ha spiegato che la F1 non sarà mai parte dei giochi che quest’anno si svolgeranno a Londra, in quanto oltre ai piloti, considerati atleti di altissimo livello, c’è la componente attrezzistica(la macchina) che non ha niente a che fare con lo spirito delle Olimpiadi.
NIENTE MEDAGLIE PER I PILOTI – A meno che non si adotti la vecchia idea di Bernie Ecclestone, che sostituiva i punti con le medaglie, mai i piloti di Formula 1 avranno l’onore di essere premiati in tale modo. Questo perché Rogge, che si è trovato in visita a Silverstone, ha detto:
Ci sono molte somiglianze tra la Formula Uno e le Olimpiadi. Entrambi sono di alta qualità sportiva ed i concorrenti hanno lo stesso spirito
I piloti di Formula Uno sono dei grandi atleti, molto in forma, hanno coraggio, hanno il pensiero strategico e ho molta ammirazione per loro
Ma il concetto che stiamo avendo per i giochi è la concorrenza tra gli atleti, non tra le apparecchiature(auto). Pertanto, pur avendo un sacco di rispetto, non saranno inclusi nel programma olimpico
PILOTI ATLETI – Guidare una macchina di Formula 1 non è semplice come molti credono. Basta pensare che chi lo fa è sottoposto continuamente ad esercizi isometrici: essi sono situazioni dove i muscoli si contraggono senza nessun spostamento del corpo.
Nelle monoposto accade la stessa cosa, un pilota è sottoposto a tantissime forze e lui è costretto a contrarre i muscoli per rimanere una postura corretta durante la guida. Accelerazioni e decelerazioni violente, una forza centrifuga che a volte arriva fino a 3,5 G e che tende a spostare tutto il corpo, compresi gli organi interni per la durata di circa due ore.
I piloti subiscono un fortissimo stress dovuto alle scariche adrenaliniche e ad un forte battito cardiaco. Mediamente hanno una frequenza cardiaca di 180 battiti al minuto, con il rischio che tale pressione arteriosa può comportare ictus o attacchi al cuore.
Heikki Kovalainen, pilota della Caterham ha detto:
Non esiste altro sport fisicamente impegnativo come la Formula 1
Kovalainen è un uomo giovane, ma lui non può permettersi di andare a comprare una camicia come la maggior parte delle persone della sua età. Questo perché lui ha un collo allenato molto più grande rispetto al resto del suo corpo.
E’ alto 1 metro e 70 e la circonferenza del suo collo è di 16 centimetri. Se dovesse comprare una camicia attenendosi alla misura di quest’ultimo, avrebbe le maniche che gli coprirebbero le dita.
Lui è costretto a sottoporsi a duri allenamenti al collo, perché durante la gara la testa aumenta il peso di ben 5 volte. Basta pensare che solo il casco ha un peso di 7 Kg.
Lo sforzo cardiovascolare è altrettanto notevole: Il battito cardiaco normale di Heikki è di 58 battiti al minuto. Nella gara questa raggiunge la stessa frequenza di quella di un maratoneta, ovvero intorno ai 180 battiti al minuto, per una durata di circa due ore. Prima che le luci rosse del semaforo si spengono, in partenza, Heikki ha una frequenza di circa 185-90 battiti, che è il massimo per il finlandese.
Tutti i piloti operano in un ambiente ristretto, con temperature elevatissime e un rumore assordante. La respirazione è avvolte difficile. Ci sono posti come la Malaysia dove le temperature raggiungono i 40° e il tasso di umidità è pari all’80%.
In tutto il campionato ci sono mediamente 20 gare. Questo equivale in ore a correre una giornata intera su una macchina, ma i restanti giorni sono impiegati alla preparazione.
Kovalainen si allena 6 volte alla settimana, due volte al giorno, suddividendo la mattina per la pesistica ed il pomeriggio per l’esercizio aerobico. Per questo vengono svolti sport quali la corsa, il cross-training e il ciclismo e come parte della sua preparazione a novembre il finlandese partecipa alla maratona di New York.
Questa descrizione appena fatta è solo una parte di quello che i piloti affrontano per mettersi alla guida di una monoposto di Formula 1. Seguono esercizi per l’equilibrio, per i muscoli del collo, delle braccia che sono impiegate costantemente sullo sterzo e delle gambe, in particolare il piede che è utilizzato per esercitare la pressione sul pedale del freno che avviene in staccate al limite dopo rettilinei affrontati ad altissime velocità. I piloti di Formula 1 hanno il pieno diritto di partecipare alle Olimpiadi, non la Formula 1, che è un sport a se, particolare e caratteristico.
Magari una soluzione ideale sarebbe quella di far correre gli stessi piloti su go-kart, disciplina che il grande Ayrton Senna reputava quale automobilismo puro al 100%.
Photo credits | Getty Images
ciao, l’articolo è interessantissimo ma la misura del collo è sbagliata , mi interesserebbe sapere qual’è quella corretta ,grazie.