Con azioni dal valore nullo (secondo Rod Lache, analista di Deutsche Bank), 5.500 posti di lavoro tagliati (prima 3.600, poi 1.900) e dei conti che definire in profondo rosso è un eufemismo, GM si avvia verso la bancarotta.
L’unica ancora di salvezza è rappresentata – tanto per cambiare – da un corposo aiuto di Stato, che però tarda ad arrivare. La ragione di ciò? Semplice: George W. Bush, attuale Presidente degli USA, e Barack Obama, Presidente eletto (che approderà alla Casa Bianca solo il prossimo 20 Gennaio) non hanno ancora trovato un accordo sul da farsi.
Alla richiesta di un urgente sostegno al mondo dell’auto da parte dei democratici, si è infatti contrapposto l’interesse del Presidente uscente circa l’approvazione al Congresso dell’accordo sul libero commercio con la Colombia, al quale Obama si oppone per le violazioni dei diritti umani da parte di Alvaro Uribe.
Litigate, litigate, intanto entro la fine dell’anno GM sprofonderà, portando con sé migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo, e non solo…
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