Doppiati e Safety Car, un problema per la F1


Avremmo assistito ad un finale diverso se le regole sui doppiaggi fossero diverse, specialmente sotto regime di Safety Car se avessimo assistito alle vecchie procedure Fernando Alonso come Mark Webber, avrebbe avuto l’occasione di potersi avvicinare maggiormente alla vetta, regalando sicuramente un maggiore spettacolo per lo sport.

In Brasile non solo si è messo in cattiva luce la presenza di team come HRT e Virgin GP, ma si è constatato che in momenti così importanti come questo finale di campionato non è possibile che i concorrenti per il titolo devono liberarsi dei piloti più lenti che inevitabilmente si ritrovano tra le ruote.

Già durante il normale svolgimento della gara si era notata la difficoltà di Vettel e Webber nel doppiare le varie macchina, ma ciò che ha generato confusione e rabbia è stato durante l’entrata della Safety Car, situazione che ha visto Webber e soprattutto Alonso immersi tra le macchia doppiate. Chi ha potuto godere di tutto questo è stato Vettel, mentre Fernando e Mark prima di ritornare al duello col tedesco hanno sacrificato diversi giri per uscire dalla confusione.

In passato questo non accadeva, perché quando entrava la Safety Car i doppiati dovevano sfilare fino


a raggiungere la loro naturale posizione nello schieramento, assicurando così il giusto posizionamento delle vetture secondo l’ordine di arrivo ed allo stesso tempo non mettendo in confusione il tifoso che al contrario con le nuove regole soffre di innumerevoli dubbi sull’andamento della gara.

Una soluzione sarebbe una più elevata perseveranza da parte dei dirigenti nel far comprendere al pilota doppiato che deve lasciare la scia al pilota subentrante, magari incrementando l’ausilio delle bandiere blu con comunicazioni rapide e dirette.

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