Annunciato durante lo scorso 21 aprile, allorquando i vertici del Lingotto si riunirono per l’Investor Day ed esplicitarono il futuro, punto per punto, per un lustro di tempo, il prossimo, in seguito alla liaison stretta con l’americana Chrysler, è giunto il momento di far luce sullo scorporo dei brand e delle collaborazioni contenuti nel carnet Fiat, il cosiddetto spin-off che aggiornerà l’assetto di tutto il colosso industriale.
Rimarrà il conosciuto Fiat Group Automobiles S.p.A., il pacchetto all’interno del quale verranno raccolti i marchi produttori di automobili – nello specifico, Alfa Romeo, Abarth, Fiat, Lancia, Ferrari, Maserati e Fiat Professional (comparto già contenuto in FPT) – oltre ad aziende quali Fiat Powertrain, Magneti Marelli, Teskid e Comau. Il gruppo sarà quotato in borsa con le stesse azioni del grande pacchetto odierno, che però include anche una seconda parte di imprese, non più comprese: per rispondere a questo ostacolo, il numero di titoli non varierà e non ci sarà una cancellazione parziale degli stessi, ma il valore nominale di ciascuno sul mercato azionario scenderà a 3,5 euro.
Il recto della medaglia è rappresentato dal nuovo gruppo Fiat Industrial S.p.A, che avrà un personale Consiglio di Amministrazione e che sarà quotato in borsa alla stessa stregua del primo, ma gestito sul mercato indipendentemente, con titoli il cui valore nominale sarà di 1,5 euro. All’interno di questo secondo pacchetto finiranno i restanti nomi che fino ad ora erano stati affiancati ai grandi brand costruttori, gravitanti nel campo dei veicoli industriali, della mobilità agricola, delle costruzione e della propulsione industriale e marina.
Non è ancora definito, tuttavia, quando avverrà con precisione lo scorporo in Fiat Group S.p.A. e Fiat Industrial S.p.A., anche se è probabile che ciò accada con il nuovo anno automobilistico, dal primo giorno di settembre, o al più tardi all’inizio dell’anno venturo.
La scelta di una divisione in Fiat Group S.p.A. e Fiat Industrial S.p.A. muove dal desiderio di una maggiore efficienza industriale: in sostanza, si vuole, con questo riassetto dell’azienda italiana, dare migliore autonomia ed indipendenza a due differenti correnti di aziende, quelle prettamente tecniche e quelle specificatamente automobilistiche. La società di notizie Bloomberg ha comunicato che l’operazione costerà finanziamenti pari a 4 miliardi di euro, che arriveranno da vari soggetti.
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