USF1 in crisi economica chiede aiuto alla Fia

La USF1 chiede aiuto alla Fia. La vita della neonata scuderia di Formula 1 è già in pericolo prima ancora che la stagione 2010 inizi. Dei problemi dalla USF1 ne abbiamo già parlato a lungo, ma oggi c’è da registrare la richiesta ufficiale del team a stelle e strisce che si rivolge addirittura alla Federazione per riuscire a trovare una soluzione in vista del primo impegno del campionato. Il 12 marzo le monoposto si ritroveranno in pista in Bahrain, ma con grande probabilità le vetture dalla USF1 dovranno dare forfait. Il presidente del team, Ken Anderson, ha ammesso di aver iniziato una trattativa con la Fia per chiedere di poter saltare le prime quattro gare della stagione. Non solo una come si sperava, quindi, ma addirittura quattro, con l’esordio della USF1 che avverrebbe a Barcellona il 7 maggio, quando le altre scuderie avranno già disputato il Gram Premio del Bahrain, d’Australia (26-28 marzo), della Malesia (2-4 aprile) e di Cina (16-18 aprile). In una nota pubblicata dal “The New York Times”, Anderson ha spiegato che la scuderia sta attraversando un difficile periodo, dovuto ai problemi finanziari. Tuttavia questo non significa che il team stia scomparendo, anche se ci sono concrete possibilità che la USF1 non possa partecipare al campionato. Jean Todt ha detto più di una volta che il regolamento non consente di saltare neppure una gara – anche se era stata ventilata la possibilità di non partecipare a tre gare. “Stiamo trattando con la Federazione – ha dichiarato il presidente del team statunitense – per saltare le prime quattro gare. Il nostro obiettivo è quello di partecipare alla stagione dal Gran Premio di Catalunya”. Insomma, niente di nuovo sul fronte della USF1 che conferma le voci secondo le quali l’esordio sarebbe da rimandare al 2011, sempre che il progetto non naufraghi del tutto. Adesso si attende la risposta della Fia: Max Mosley era convinto che aprire le porte della Formula 1 a tutti sarebbe stato un vantaggio per lo spettacolo. Il piano dell’ex boss della Fia non era sbagliato, ma prima di accettare tutti i team sarebbe stato meglio valutarne meglio i progetti – almeno sotto il profilo economico. Una F.1 senza soldi non potrà mai sospravvivere.

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