L’ultima prova cui sono chiamati i piloti di Formula Uno per la stagione 2009/10 è quella di Abu Dhabi ma, con i verdetti tutti emessi e con la Brawn Gp capace di fare man bassa e legittimare un’annata entusiasmante, è inutile nascondere che ci si attende un calo di interesse e di flessione da parte di pubblico e diretti interessati.
Da Kimi Raikkonen a Fernando Alonso: più di uno i piloti che cambieranno scuderia e che non conservano momenti particolarmente felici per andare a immortalare la stagione 2009. Di contro, c’è chi – come Jenson Button – ha dato quel ch doveva e ottenuto più di quello che avrebbe mai immaginato. Eppure, nonostante il commiato scevro di palpitazioni, sono proprio Jenson Button e Fernando Alonso a tenere vivo l’interesse per l’ultimo Gp. Il neo campione del Mondo, destinato con ogni probabilità a proseguire l’avventuar in Brawn Gp anche nel 2010, ribadisce nelle sue dichiarazioni la volontà di chiudere con una prestrazione degna del titolo appena conquistato:
“Voglio chiudere con stile. E’ una sensazione fantastica, siamo all’ultima gara dell’anno e abbiamo centrato gli obiettivi: io sono campione del mondo, la squadra ha vinto il Mondiale costruttori. Vogliamo chiudere con stile, vogliamo un grande risultato. Di sicuro, però, l’approccio al weekend sarà più rilassato del solito. Il tracciato di Yas Marina è una novità assoluta per tutti. E’ sempre divertente guidare su una pista inedita, in particolare su una che sembra veramnente unica come questa. Sono sicuro che Abu Dhabi regalerà un gran finale al campionato 2009″.
Stessa voglia di fare bene dell’inglese anche per lo spagnolo Alonso, destinato a sedere su una monoposto Ferrari e lasciare la scuderia francese della Renault:
“Mi piacerebbe finire la stagione e la mia carriera in Renault con un grande risultato. Sarà una gara emozionante perchè ho tanti ricordi speciali che mi legano alla Renault e sto lasciandomi dietro tanti amici. La Renault è uno dei grandi team della F1 e non vedo l’ora di lottare con loro in pista negli anni a venire”.