Ha spiazzato tutti l’Audi nell’ultima 24 ore di Le Mans non tanto per la vittoria, alquanto scontata, ma per due elementi: il fatto di aver piazzato 4 auto nei primi cinque posti, e soprattutto che quella arrivata prima era un’auto ibrida.
Mai infatti era capitato che un’auto con un motore simile riuscisse a vincere la storica gara francese nelle 79 edizioni precedenti. E’ il segno dei tempi che cambiano. Ma com’era realizzato questo gioiellino? In realtà è molto diverso dai motori ibridi che vediamo in strada oggi, e non siamo proprio sicurissimi che una tecnologia simile diventerà alla portata di tutti.
Infatti la tecnologia è realizzata appositamente per un’auto da gara, e a meno che non si voglia sfrecciare a trecento chilometri orari anche in autostrada, sarà difficile vederla tra i comuni mortali. Cominciamo col dire che la E-Tron non aveva un vero e proprio pacco batteria come ce l’hanno le auto ibride comuni. Le ruote posteriori erano alimentate da un motore V6 turbodiesel di 3,7 litri da 510 Cavalli, mentre quelle anteriori da un gruppo elettrico MGU da 2×75 kW che corrisponde a poco più di 200 cavalli. Ovviamente non poteva mancare il sistema simile al KERS che recupera energia in frenata e la rilascia quando l’auto supera i 120 km/h.
Il sistema della doppia alimentazione permette alle ruote anteriori di ottenere 500 kJ di energia che si “ricarica” in frenata e continua così in questo circolo per tutta la durata della gara. Il tutto è supportato dall’alleggerimento dell’auto arrivata prima nella gara, in modo da “agevolare” il comparto elettronico.
LE ALTRE IBRIDE – Ma questa non era l’unica vettura ibrida nella competizione. Anche la Toyota per esempio aveva portato qui la TS030 giunta poi quarta, mentre l’auto che aveva attirato maggiormente gli sguardi degli appassionati, la Nissan DeltaWing, purtroppo non è riuscita a tagliare il traguardo. Ricordiamo che quest’auto aveva come principale obiettivo quello di dimostrare che si possono percorrere tutti i chilometri della gara con la metà delle emissioni. Le indicazioni dei giorni precedenti erano state buone, ma dopo circa 6 ore di gara l’incidente che ha costretto al ritiro anche la Toyota di Nakajima ha coinvolto anche lei, facendola finire a forte velocità contro un muretto di protezione, ed impedendole così di continuare la gara. Pazienza, intanto la sua bella figura l’ha fatta ugualmente.
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